La tassa automoblistica, conosciuta fino a qualche anno fa in via ufficiale come tassa di circolazionei rappresenta una forma di imposta obbligatoria sviluppata dallo stato, e gestita dalle entità locali per tutti i possessori di un’automobile, a prescindere dall’utilizzo che si fa di questo mezzo. Nel corso degli anni la tassa in questione ha subito modifiche più o meno sostanziali, a volte anche anno per anno, che hanno comunque non reso il bollo auto meno “appetito” da parte degli automoblisti. Quali sono le novità del 2023?
Bollo auto 2023, ecco le novità di quest’anno: “attenzione”
Fortunatamente, il governo ha mantenuto la struttura che era in vigore da qualche anno, che prevede il naturale calcolo dell’imposta del bollo auto calcolata in base a due fattori principali, ossia la potenza del motore espressa in Kilowatt oltre al livello di emissioni della vettura, in buona sostanza un’auto con un potere inquinante superiore andrà a corrispondere ad un bollo più sostanzioso.
Confermato anche il Superbollo, una forma di importo aggiuntivo per le auto di potenza superiore a 185 Kw. Il titolare andrà a pagare 20 euro aggiuntivi ogni Kw aggiuntivo a 185, anche se l’importo diminuisce nel corso del tempo.
Confermate anche le varie esenzioni, corrispondenti a categorie specifiche come le auto elettriche , quelle ibride (alcune regioni non seguono questa logica e prevedono delle esenzioni parziali) oltre a veicoli appartenenti a disabili e veicoli d’epoca con più di 30 anni veicoli, mentre per le auto dai 20 a 29 anni è prevista un bollo dimezzato.
Una buona notizia è sicuramente considerabile la sanatoria del 2023 che ha di fatto annullato tutte le pendenze relative alle imposte non pagate dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015, bollo auto incluso, che è una imposta concepita sul possesso e non sulla circolazione come accennato in apertura, gestito dalle regioni, eccezion fatta per la Sardegna ed il Friuli Venezia Giulia, in quanto per queste realtà è direttamente l’Agenzia delle Entrate ad occuparsene.