Le sigarette corrispondono ancora oggi ad un mercato estremamente ampio, competitivo ed inevitabilmente molto redditizio per le aziende, ed in maniera minore anche per gli esercenti, che il linea di massima non sono così portati a smettere di incentivarne la vendita. Nonostante ciò, in maniera sempre più costante in numerosi contesti è evidente la volontà nel limitare la fruzione delle sigarette che causano indiscutibili danni all’organismo. Ma quali sono le sigarette che fanno più male?
Sigarette: ecco quelle che fanno più male alla salute
Con la nascita delle prime alternative elettroniche, oggi piuttosto diffuse e diversificate, i fumatori sia vecchi che nuovi hanno la possibilità quantomeno di limitare i danni con delle alternative che non prevedono una combustione di tabacco e assunzione di tutti quegli elementi che sono considerabili nocivi da molti anni.
Anche se esistono da molti anni delle sigarette considerabili “light” o comunque meno cariche di sostanze nocive, in realtà il livello di danni che provoca all’organismo sono praticamente identici indifferemente dal tipo di sigaretta.
E’ però vero che è bene fare ricorso a prodotti “originali” ossia quelli determinati dai valori bollati italiani (in sostanza evitando quelle di contrabbando) che presentano comunque una forma di limitazione certificata dall’Unione Europea, che invece non è presente nelle sigarette che non sono ufficialmente vendute in Italia.
Resta importante ricordare che fumare sigarette fa sempre male, ma esistono alcuni momenti della giornata in cui fumare fa ancora più male, prevalentemente nelle prime ore del mattino, ma anche la consueta (per i fumatori) sigaretta prima di coricarsi che è particolarmente difficile da gestire per l’organismo perchè quest’ultimo non è in grado di recuperare ossigeno puro, quindi le sostanze dannose restano in circolo a lungo.
Anche l’utilizzo di filtri e bocchini non serve a limitare in maniera rilevante il rischio delle malattie che sono inevitabilmente legate alle sigarette.