Se per molti monete e banconote costituiscono ancora oggi “il denaro” nel senso pratico del termine, questa forma di bene economico sta venendo sempre più rapidamente sostituito da altre forme “non fisiche” di denaro, come i bonifici, le transazioni tramite tessere e simili. Proprio in quest’ottica di “favoritismo” nei confronti di questi strumenti sono stati concepiti i limiti sui contanti.
Ecco i nuovi limiti sui contanti da rispettare: “attenzione”
Non si tratta insomma di qualcosa di recente, anche se solo negli ultimi anni i limiti sulle banconote, in particolare legato all’utilizzo di contanti che sono tendenzialmente molto difficili da tracciare quando si sviluppano transazioni, i limiti sui contanti servono per porre una forma di “soglia” vera e propria e servono anche per ridurre l’evasione fiscale, uno dei problemi più difficili da risolvere ma anche da mitigare.
Situazione diversa per le già citate forme di pagamento elettronico che invece sono naturalmente tracciabili ed “individuabili”.
I contanti non sono limitati nel possesso ma nell’utilizzo, ad esempio in fase di pagamentto, limiti che sono stati più volte cambiati anche spesso nel corso dei decenni, ad esempio il governo Monti nel 2012 ha deciso di ridurre in maniera netta, probabilmente in modo eccessivo, l’utilizzo di contanti che è stato “riportato” a 5000 euro dal governo Renzi, e ulteriormente ridotto dai vari governi successivi, fino a 2000 euro.
L’esecutivo in carica ha riportato la soglia a 5000 euro, cifra massima che è possibile utilizzare per le transazioni monetarie con i contanti, sia in un unica soluzione.
Sono state mantenute le varie tipologie di multe per chiunque non rispetta queste soglie, multe che sono concepite e calcolate in base agli importi evasi, possono variare da un minimo di 5000 euro fino a 50.000 euro.
Viene anche punita la cosiddetta omessa segnalazione per disincentivare tutto ciò con sanzioni che vanno da un minimo di 3.000 ad un massimo di 15.000 euro.