E’ uno dei cibi maggiormente e culturalmente diffusi nonchè tra quelli che anche nominalmente, nonchè uno dei simboli del nostro paese. Inventata a Napoli alla fine dell’Ottocento nella forma conosciuta come tale e moderna, con questo nome si faceva riferimento nei secoli precendenti ad altre preparazioni sviluppate con una cottura da forno, prevalentemente dolci.
La pizza viene associata, correttamente, ad una forma generica di pasto completo, e data l’indiscussa capacità di essere compatibile con i gusti più disparati contiene primariamente elementi “gestibili” dal punto di vista nutrizionale, ma non sempre gode di buona fama da parte dei dietologi, indicata come forma di alimento che in buona sostanza può fare ingrassare.
Attenzione, ecco quale pizza fa ingrassare: lo sapevi?
In realtà moltissimo dipende sia dalla qualità e dalla tipologia degli ingredienti ma anche banalmente dalla quantità di volte che siamo soliti mangiarla.
E’ stato quindi dimostrato che all’interno di un regime alimentare sano può assolutamente integrare un pizza dagli ingredienti genuini al suo interno. E’ infatti non considerabile un alimento ipocalorico, essendo mediamente composta in larga parte da carboidrati e proteine.
Integrata sufficientemente bene e non consumata troppo spesso (1-2 volte a settimana al massimo), optando per ingredienti non troppo complessi e “pesanti” la pizza non è assolutamente da denigrare, anzi.
E’ comunque importante mantenersi selettivi per quanto riguarda i condimenti, che vanno ovviamente esaminati con cura ed attenzione, evitando ad esempio insaccati, condimenti grassi e patate.
Anche dovendo scegliere le pizze tradizionali quindi le varie margherita, 4 stagioni, marinara, ecc è meglio optare per varianti rosse in quanto la comune pizza bianca è meno saziante e spesso presenta quantità di sale maggiore.
In linea di massima non esiste una pizza “troppo” più ingrassante di altre, quindi tutte possono far ingrassare oppure no.
Si tratta di un alimento calorico che va sempre consumato con consapevolezza.