Argento ed oro hanno costituito per miillenni interi la cosiddetta “base economica” della maggior parte dei contesti economici, in molti casi questo è dovuto ad una non così difficile da capire capacità di questi metalli (e di pochi altri, almeno fino a secoli recenti) di dimostrarsi in grado di rappresentare un’eccellente base da investimento, ma anche componenti importantissimi per utilizzi più disparati, e tra questi non può che essere menzionato l’argento 800, una delle più utilizzate.
Se hai argento 800 in casa sei ricco sfondato: ecco quanto vale
L’argento 800 infatti costituisce la forma di “purezza media” tipica per lo sviluppo di oggetti di varie tipologie di oggetti per utilizzi specifici, come pezzi d’argenteria, monili, soprammobili, vassoi ma anche strumenti tecnici e componentistica elettronica.
Il termine “800” definisce la quantità di metallo puro in quella che è di fatto una lega composta di argento puro oltre ad un altro metallo, generalmente si fa uso del rame, in quanto da solo l’argento è eccessivamente fragile e fin troppo duttile per essere utilizzato attivamente.
Come per la caratura dell’oro e del platino, anche l’argento utilizza quindi una forma di scala di purezza basato però sui millesimi, da 1 a 1000, dove il più puro in assoluto è ovviamente il 999, che viene utilizzato a scopo economico.
Anche l’argento 800 però è assolutamente “valutabile” come risorsa al dettaglio, quindi vendibile e soggetta ai vari cambiamenti in fatto di valutazione, come l’oro e qualsiasi altra risorsa.
Ovviamente la variante 800 non è paragonabile per valore alle più “pure” 925 e 999, rispettivamente utilizzate prevalentemente per gioielli e lingotti semplicemente per questioni di metallo puro in minor quantità, ma rappresenta comunque un valore legato al costo del metallo in quanto tale.
Oggi il costo dell’argento, che è tendenzialmente considerabile un “bene rifugio” quindi portato a non enormi cambiamenti in fatto di valore, corrisponde a circa 380 euro al chilo, considerando la variante 800, pari ovviamente a 38 centesimi al grammo, valutazione “generica” che può sensibilmente cambiare dal compratore di di turno.